Sono d’accordo ragazzi,non è “mai”così facile,né affrontare l’idea della morte,né avere la fede necessaria per avere fiducia in quello che ci sarà dopo,il raziocinio e la logica dei quali parla anche Daria,possono aiutare ad accettare la morte del corpo,su questa non esistono ovviamente dubbi,tutto il resto credo abbia ben poco di razionale,l’insieme di sentimenti,di emozioni,di sensazioni,di fiducia più o meno sofferta in ciò che è stato e che è il credo di molte persone a noi care e di milioni di persone che ci hanno preceduto nella storia umana si identifica e si racchiude in una parola,”fede”.
Vorrei dire che le cose veramente importanti,per essere accettate e metabolizzate, hanno bisogno di tempo,di pazienza e di disponibilità all’ascolto soprattutto di se stessi,il nostro cuore e la nostra anima ci parlano spesso,anche attraverso gli altri,ma non sempre siamo disponibili ad ascoltare.
Quando avevo qualche anno in meno,mi era molto difficile anche solo pensare all’eventualità della morte,quando si è pieni di energia e di progetti per il futuro,non si riesce a pensare alla possibilità che tutto un giorno possa finire,ma soprattutto si pensa che nella peggiore delle ipotesi questo momento sarà molto lontano.E invece la storia quotidiana ci insegna che non ci sono regole ne certezze sul momento della morte,potrebbe succedere in ogni istante.Io cerco di vivere un “detto”popolare che dice così: si dovrebbe vivere come se si dovesse campare ancora cento anni,ma anche come se fosse l’ultimo giorno.
Le esperienze della vita poi,come la perdita dei propri cari,di amici,di persone con le quali hai condiviso molte cose,con le quali hai instaurato rapporti che molte volte si percepiscono nella loro reale dimensione soltanto”dopo”,e tutto questo molte volte accade in modo tragico,traumatico,che lascia dei segni indelebili dentro di noi,ma anche la quotidianità fatta di gioie di sofferenze di impegno di apprensione di certezze di dubbi di fatica a comprendere e accettare molte cose,a cercare di instaurare e coltivare dei rapporti con i figli,o con i genitori,con i fratelli,a dimenticare le delusioni,le amarezze e i disagi che la vita di ognuno in modi e tempi diversi porta con sé,a godere di quei momenti felici e spensierati che riteniamo normali o addirittura dovuti a ognuno di noi, aiutano nel tempo a guardare alla realtà più serenamente e ad accettarla come una cosa non solo possibile ma come una certezza assoluta,alla quale non possiamo sottrarci e alla quale in qualche modo dobbiamo prepararci.
Tempo fa sdraiato su un prato, d’estate in montagna, preso da questi pensieri mi assaliva un senso di panico di paura di disorientamento totale,oggi nella stessa situazione cerco soltanto di immaginare di percepire di dare una dimensione possibile a tutto questo,il panico ha lasciato il posto a un lieve disagio,il disorientamento si è trasformato in un percorso,in una strada che mi sembra di vedere non così lontana e impraticabile,che mi permetterà,spero,di ritrovare chi mi ha preceduto,soprattutto le persone care con le quali un giorno si è interrotto un rapporto che vorrei tanto, non so esattamente come ma ci credo fermamente,potrà riprendere,ho molte cose ancora delle quali parlare con loro,ho molte cose da dire e sicuramente da ascoltare e forse molte cose da farmi perdonare………………
Se tutto questo si chiama fede,io credo……………..