...il dolore è fondamentale, non solo xchè come si dice rende più forti...
il dolore deve essere una parte di noi, va fatto nostro, è uno stato dell'essere come molti altri, necessario per la completezza (più o meno vicina...) dell'essere...
il dolore va, manifestato, (attenzione non drammaticizzato e permettetemi nn "spantegato" ai 4 venti per farlo, farcelo sembrare più vero)ma soprattutto rispettato...ne vanno rispettati i tempi e i modi...perchè mascherarlo seppur sembri facile ed efficace a noi, è palese a chi c guarda con attenzione...
Concordo con quanto espresso dalla signorina Rocca, ma non riesco ad esimermi dall’essere pignolo su un paio di punti…
Sono d’accordo che un dolore “non spantegato”, pudico, alla fine paradossalmente risulti più vero di manifestazioni più teatralizzate. Ma, divagando da un punto di vista antropologico, mi viene da pensare alle manifestazioni volutamente drammatiche dei funerali del nostro Mezzogiorno, alle cosiddette “sceneggiate napoletane”: in questo caso l’esasperazione iperbolica del sentimento doloroso ha un effetto catartico e di esorcizzazione del dolore stesso…
Rispettare i tempi e i modi del dolore: qui il discorso varia a seconda della persona di cui si sta parlando: se si parla della persona che PROVA dolore allora concordo pienamente, nel senso che si necessita la metabolizzazione del legame doloroso… si guarda il dolore in faccia, ci si lascia abbracciare, capendo che non ci vuole pugnalare alle spalle, ma solo stringerci per un attimo, gli si regala una lacrima sulla spalla e poi lo si saluta, come un amico che parte….
Discorso diverso se il focus dell’attenzione è un SOGGETTO CHE VEDE SOFFRIRE un’altra persona… beh, in questo caso… sì, ci vuole rispetto del dolore, sempre che questo rispetto non corrisponda alla parola dialettale “respett”… a volte ho pensato che fosse giusto non entrare nel dolore altrui pensando di rispettarlo, ma nei miei ultimi anni di vita ho realizzato che questo atteggiamento era dettato dalla paura di sentire il dolore dell’altro… Oggi vivo con passione e gioia le esperienze di condivisione del dolore altrui… Molte volte chi soffre aspetta un atto di coraggio, un abbraccio, o parole oneste e schiette, che bruciano come il bialcol sulle ferite aperte, ma disinfettano…
Dolore palese a chi ci guarda con attenzione: qui non posso che concordare pienissimamente, e se è possibile complimentarmi con Kiara…. Spero solo che a questo mondo continuino ad esistere persone attente…