Tempo–dolore … la prima immagine fulminante è stata la frase del testo di una canzone di Ligabue: “Si fa presto a cantare che il tempo sistema le cose / si fa un pò meno presto a convincersi che sia così”.
Credo che sia una frase reale, fondata e tangibile per ogni tipo di dolore interiore, per ogni nostra sofferenza o tormento introspettivo. Mi riesce difficile parlarne però perché il campo di questo post è davvero molto vasto: penso al dolore dovuto alla scomparsa di un caro magari dopo lunga malattia, oppure quello provocato dalla prematura, improvvisa ed accidentale scomparsa di un amico. ( Il primo più metabolizzato ed aspettato, il secondo più acuto ed inatteso ) Penso al dolore determinato da un tradimento o da una relazione non corrisposta, al dolore di un’amicizia spezzata, ad una decisione non condivisa, ad una scelta non accettata. Al dolore provocato dal disagio nel vivere, dalle difficoltà e dalle debolezze e miserie umane. E via di seguito … tanti, troppi dolori.
Il dolore comunque sia ci sottopone a pressioni che con difficoltà sopportiamo. Penso che tutti noi abbiamo esperienza di emozioni dolorose quali rabbia e/o vuoto interiore, rimpianto, senso di inutilità e perdita di senso, smarrimento come uno stato di abbandono. A volte siamo letteralmente inariditi da un senso di colpa che ci scava dentro. Svuotati.
Questo dolore può schiacciarci ma progressivamente ( col tempo appunto ) possiamo anche accettarlo e superarlo. La forza interiore, la capacità di conoscersi e rispettare i propri sentimenti aiuta. L’attesa paziente. Un approccio positivo al dolore, l’accettazione dello stesso come parte ineluttabile della nostra esistenza.
E poi l’aiuto fraterno. Non si è mai soli nel dolore. Aprirsi, sfogarsi … senza chiudere le emozioni nel famoso cassetto. ( Suona strano detto da me … lo so, suona strano anche a me ).
Credo in questo dolore, composto e consapevole, scomodo ma da accogliere con rispetto.