Vorrei cominciare a riportare qui qualche parere su "Eragon", che sono andato a vedere in queste vacanze di Natale...
FANTASY ERAGON
Il manierismo cavalleresco conquista il regno fatato
Pazienza, un' altra saga di mostri, subconscio, eroismi ed horror. In attesa del diluvio fantasy che verrà, godiamoci (si fa per dire) il kolosso ad effetti digitali Eragon ispirato al best seller del 23enne Christopher Paolini che ahimè preannuncia una trilogia. Il peggio di Tolkien rivive quindi in questa storia a cavallo di un tempo fiabesco e del drago Saphira nato da uovo di zaffiro (un doppiaggio sussurrato che grida vendetta) contro il perfido Galbatorix che tiene in ostaggio il regno fatato: Eragon, assistito da un' elfa e guidato da profezie, riporterà i cavalieri agli antichi splendori morali. Tutto programmato per stupire, pour épater i minorenni, il film non ha in realtà un briciolo di fantasia, affidandosi a bravi attori assunti per servire un insipido pranzo: da Jeremy Irons, il buon guerriero, al malvagio Malkovich. Il resto è contorno, è silenzio, è manierismo cavalleresco, è noia. (m. po.) VOTO: 4/5
La mia impressione per quanto riguarda il film non è stata così tragica, ma non posso nascondere la delusione per le aspettative che avevo dopo aver letto, ormai un annetto fa, il libro. Riporto qui un'altra recensione scovata nella rete, che mi conforta nel non essere l'unico a pensarla così...
"Eragon" è l’ennesima trasposizione cinematografica di un’opera letteraria fantasy, il libro in questione è l’omonimo primo capitolo della trilogia detta "dell’eredità", dell’allora quindicenne scrittore esordiente Christopher Paolini. Le vicende narrate subito riportano alla memoria altri due film appartenenti allo stesso filone: "Il signore degli anelli", capostipite del genere, e "Le cronache di Narnia", dove, analogamente a "Eragon", dei giovani umani vengono scaraventati in un mondo che non appartiene a loro e costretti a impugnare le armi per difendere questo mondo. Ebbene "Eragon" fallisce completamente la sua missione di salvare la propria terra, se questo dipendesse unicamente dal box office.
La storia la conosciamo già perché tutti, presto o tardi, ne siamo stati testimoni: un bravo scrittore da qualche parte nel mondo scrive un bel romanzo che vende milioni di copie, e subito degli avidi produttori hollywoodiani ci si avventano per speculare sul lavoro di qualcun altro. A volte il miracolo riesce e altre non molto, ma in questo caso decisamente no. Il racconto del giovane Paolini è piuttosto complesso e profondo, così come lo sono i legami e le storie dei personaggi, i loro sogni e le loro paure, ma nel film tutto ciò viene a malapena abbozzato, creando una sequenza di brevi attimi di vita senza il minimo spessore, arrivando a stravolgere non poco la stesura originale del romanzo pur di creare un qualche minimo e precario collegamento. E così, mentre lo spaesato spettatore viene catapultato di prepotenza da una situazione a un’altra, vedendo personaggi appena conosciuti creare rapporti fraterni fra loro e sparire un secondo dopo, e senza aver chiaro quale sia l’effettiva missione del Cavaliere dei draghi, sorge spontanea la domanda: non era meglio se andavo nella sala 2 che c’era un film più bello?
Bisogna comunque dire che dove lo sceneggiatore e il regista hanno fallito alla grande, il compositore e il designer della dragonessa Saphira si sono ampiamente guadagnati il loro stipendio, svolgendo uno spettacolare lavoro. In conclusione "Eragon" è un film per cui non è difficile prevedere un clamoroso flop, forse perché il regista non si è ricordato che 107 minuti per un film del genere non sono molti, e che ne avrebbe potuti aggiungere tranquillamente altri 40, nel tentativo di salvare una rivelazione letteraria dallo sfacelo.
Concordo pienamente specialmente nell'ultimo tratto: personaggi come Roran, fratellastro di Eragon, sparito dopo cinque minuti per un'improbabile arruolamento, o i Ra'zac, che concludono la loro esistenza nel trascorrere del primo film, sono personaggi molto presenti ed attivi nel secondo capitolo della trilogia; per non parlare di Katrina, figlia del macellaio (Sloan) intravisto nella storia: a lei viene affidato l'intero villaggio di Carvahall, ed è lei che viene rapita dai Ra'zac.
Questi semplici spunti, totalmente assenti in questo film, mi fanno chiedere se ci sarà davvero un seguito cinematografico a questo film: il mio modesto parere è che, per gli appassionati della trilogia cartacea, l'unica soddisfazione sarà rivedere i paesaggi delle avventure di Alagaesia, a mio avviso davvero ben realizzati, e le movenze di Saphira, sperando però che Ilaria d'Amico tiri fuori un po' di grinta, senza la voce labile e senza mordente di questo episodio.
A questo proposito, più d'uno ha mosso delle critiche sulla scelta per il drago di un ruolo e di una voce al femminile, per il fatto che poco si accosta ad un personaggio così imponente e massiccio... devo dire che per quanto riguarda le storie narrate nel libro la caratterizzazione di questa splendida creatura è a dir poco fantastica, e non potrei immaginare un'altra scelta possibile... peccato che nel film non sia resa allo stesso modo!!
Nel frattempo, l'attesa del terzo libro dopo Eragon ed Eldest continua...