Ed ecco che mi accingo, con umile e personale interpretazione, a proporre la mia personale recensione di "300"...
Penso che una premessa al film sia doverosa, sia in termini storici che di ispirazione...
"300" prende forma dall'omonimo fumetto di Frank Miller (tratto a sua volta da un altro film); esso rievoca la tremenda e gloriosa battaglia delle Termopili, in cui il re spartano Leonida, al comando di un manipolo di soldati spartani (trecento, appunto) e altri (pochi) soldati greci, tenne in scacco l'esercito persiano di Serse per qualche tempo prima di capitolare, permettendo così all'esercito greco di organizzarsi e - successivamente - di sconfiggere massicciamente il nemico nella battaglia di Platea. Tutto questo fu ottenuto sfruttando abilmente il vantaggio geografico di combattere in un'angusto e stretto valico (il passo delle Termopili, appunto), che fece perdere all'immendo esercito persiano il vantaggio numerico a favore della tempra e disciplina ferrea dei soldati spartani.
Questa sorta di "piccola Alamo", se così si può definire, è il motivo fondamentale del film: l'onore, la gloria, il non indietreggiare mai che sono parte integrante dell'essenza spartana ben si fondono con il concetto del sacrificio necessario per ottenere un bene superiore, cosa che per certi versi rievoca altri temi e altri eventi storici.
Per prima cosa, a stupire è l'innovativa - a mio avviso - tecnica fotografica, che rievoca per certi versi Sin City: chiaroscuri molto accentuati, in certi casi quasi caravaggeschi, dominano in tutto il film; la componente nuova è il colore, che è presente in modo molto particolare: in ogni scena sono infatti presenti solo alcune tonalità di colore (rosso e seppia su tutti)!! Questo fattore dà davvero l'impressione di vedere un fumetto, appiattisce un po' la visione tridimensionale in alcune scene e sembra davvero di scorrere le pagine in rapida successione...
Oltre a questo sapiente trucco, anche le riprese e il montaggio accentuano in maniera esaltante l'epicità delle scene, con inquadrature mozzafiato e grandangoli spettacolari (per esempio, l'incommensurabilità dell'esercito persiano, che copre colline e colline... oppure il nugolo di frecce che sono scagliate sui soldati spartani...).
Il regista miscela e dosa molto bene, a mio avviso, le scene dialogiche con quelle di combattimento e battaglia, inframmezzando con una buona tempistica le une con le altre senza tuttavia far perdere il filo narrativo (che non ha flashback particolari, se non qualche piccolo sprazzo qua e là): la storia si divide così tra il fronte della guerra e la città di Sparta, in cui si dibatte sull'opportunità di inviare aiuti al re.
Da questi punti di vista, il film è pienamente riuscito, e per chi come me è andato a vederlo specialmente per questo (la rievocazione di un evento storico in una scenografia davvero unica) credo sia davvero ben fatto.
Tuttavia ci sono alcuni aspetti che non me lo fanno ritenere uno splendido film: innanzitutto i vari richiami un po' "manieristici" di alcune scene e inquadrature direttamente (e credo nemmeno tanto velatamente) dal Gladiatore di Ridley Scott (per dare un esempio, una scena in cui Leonida e sua moglie si salutano in un campo di grano... ci mancava la colonna sonora della Barilla!!), che tolgono un filo originalità al tutto.
Un altro aspetto, è per me l'eccessivo indugiare sul truculento e sanguinoso massacro che si compie durante la battaglia: sia ben chiaro, non lo considero per nulla esagerato, anzi in alcuni momenti rende la trance del combattimento in modo molto vivido e avvincente... ma a volte, in altri momenti, ne avrei fatto a meno.
La cosa che mi è piaciuta di meno è stata indubbiamente, e qui davvero mi sento una venuzza di delusione, la visione troppo schematica delle due opposte fazioni: capisco che si voglia enfatizzare il ruolo di eroi dei trecento spartani, e che per far questo l'esercito persiano debba essere l'esercito dei cattivi invasori, ma c'era davvero bisogno di avere trecento soldati sempre seminudi, con un fisico gonfio di steroidi (tartaruga compresa), contro avversari che comprendono al loro interno i più schifidi esseri, deformi, mutilati e orripilanti? Sembra davvero di rivedere le giacche azzurre, buone e gentili, contro i rozzi e brutali apaches... L'unico motivo per cui potrei capire una cosa del genere è davvero la necessità di dover enfatizzare il ruolo eroico della battaglia, ma mi resta comunque l'amaro in bocca di vedere sminuito quello che è stato uno dei regni più belli e sicuramente meno barbari di quell'epoca...
Passando infine al capitolo interpretazioni, mi sono piaciuti particolarmente la moglie di Leonida, la regina Gorgo (interpretata da Lena Headey), e il soldato Delios (David Wenham, qualcuno lo ricorderà come Faramir nel Signore degli Anelli), che forse sono anche i personaggi caratterizzati meglio dall'evolversi della storia.
Insomma, alla fine devo ammettere che sono soddisfatto di ciò che ho visto... citando qualcuno, non era un cinema impegnato, ma mi ha fatto piacere guardarlo e gustarmelo nei suoi diversi aspetti. E sono sicuro di una cosa: questo è uno di quei film che va assolutamente visto al cinema...
La frase: "Le nostre frecce oscureranno il sole.." "Allora combatteremo nell'ombra!!"