Sono pienamente d'accordo con Miccia.
E vi invito a pensare a come giravano le cose in Europa fino a 100 - 200 anni fa. Anzi, meno: i campi di concentramento (e i campi di rieducazione, bipartisan) non sono stati chiusi molti anni fa. Certo, da quegli anni quanti hanno creduto che tutta l'Europa fosse nazista, fascista, comunista... in ogni caso su posizioni estreme? Eppure noi, da dentro, sappiamo di tanti uomini e donne che si sono rifiutati di adeguarsi a quella cultura. E ne hanno pagato le conseguenze. Così come oggi tanti sono gli uomini che si oppongono, da dentro, ad una cultura che nega la libertà di pensiero.
Stiamo attenti, poi, a dare all'Islam la colpa di tutto questo. Sto preparando un esame all'università sul rapporto tra cultura latino-occidentale e tradizione arabo-islamica. Posso assicurare che l'Islam è una religione tra le più pacifiche che esistano. Invita sì alla lotta, ma contro le proprie passioni, con una guerra che deve essere prima di tutto di perfezionamento interiore.
Il rapporto è reso difficile dal fatto che siamo dentro a due 'schemi di pensiero' completamente diversi, ma non c'è n'è uno sbagliato e uno giusto. Sono semplicemente diversi.
Prendo un esempio fatto da Eco, semplice ma molto chiaro: in Italia si può dire senza problemi 'Luigi entrò in un bar, buttò giù un caffè e se ne andò'. In inglese, ad esempio, dire questa cosa non è neanche concepibile. Perchè? Perchè se si va in un bar inglese si scopre che il 'caffè' è una scodella di brodaglia marrone con una temperatura vicina al punto di fusione della tazza. Indi per cui dire in Inglese 'buttò giù un caffè' vuol dire essere presi per pazzi. Dire questa cosa in Inglese vuol dire avere come conseguenza logica 'Luigi finì al pronto soccorso e morì poco dopo per e ustioni riportate'.
E'un semplice esempio che rende però l'idea di quanto possa essere illusoria la credenza di poter comunicare.
Un modo c'è, però... esiste un modo per creare un terreno di incontro: personalmente credo sia lo studio dell'altrui cultura, l'interessamento a tutto l'ambiente in cui un arabo cresce e sviluppa il suo modo di vivere. Se la cosa diventa reciproca, poi, allora cresce la comprensione e il rispetto.
E se si invita a cena un musulmano magari non si fa polenta e costine.
Così come se si invita a casa un cristiano un venerdì di quaresima non si fa la bistecca con le patatine.
E'tutta questione di contesto culturale. Di certo l'ignoranza non aiuta l'integrazione.
La Chiesa ha bruciato migliaia di streghe e stregoni, ricordiamolo. (e il fatto che l'ultima strega bruciata nel bormiese fosse una Rocca mi ha sempre fatto abbastanza impressione...
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