Mi sembra di percepire il vostro disagio nei rapporti con i genitori,credo di poter dire che è un disagio fisiologico che, un pò prima un pò dopo, vivono tutti gli adolescenti,anche se in modi e quantità diversi.Mi sembra importante il fatto che ne parlate e non tenete dentro di voi queste sensazioni.Vorrei definirlo un male necessario,la voglia di vivere in modo libero,esuberante,spensierato,la voglia di scoprire il mondo dei ragazzi,si deve confrontare con il tentativo degli adulti,genitori ma non solo,di tenere in qualche modo a freno e incanalato tutto questo,nel tentativo di evitare sbandamenti, di dare una sorta di protezione per evitare i le insidie del mondo,e di fare se possibile prevenzione in questo senso.Nasce così questa contrapposizione forte tra i ragazzi che pieni di voglia di vivere pensano di non avere bisogno di nessuno e di niente e di saper fare tutto da soli,e i genitori che forti delle loro esperienze cercano di evitare ai figli gli errori e i problemi che questo modo di pensare e di conseguenza di agire porta con sè.Credo sia una "lotta"vecchia come il mondo e durerà in eterno,credo faccia parte in qualche modo di un disegno naturale che riguarda l'uomo.Tra l'altro se osserviamo attentamente,possiamo vedere qualcosa di simile anche negli animali,lo dico per ribadire proprio la naturalezza di questi atteggiamenti.Tutto ciò,a mio parere,non mette minimamente in dubbio i rapporti affettivi,che comunque si vivono e si esternano in modi molto diversi,diversità dovuta al carattere,alla cultura,alle esperienze passate,ai lughi dove si vive,all'età e così via,anche se si possono creare per dei periodi degli attriti molto forti.
C'è un proverbio,credo universalmente conosciuto,che dice "se il vecchio potesse,se il giovane sapesse",mi sembra rispecchiare esattamente questa realtà.Vorrei dirvi, per quello che mi riguarda che anche io genitore e adulto vivo questa situazione con difficoltà,discuto con i miei figli,cerco di dissuaderli dal fare alcune cose,ai loro occhi molte volte certamente sono un ostacolo al loro modo di vedere la vita,spingo perchè prendano delle decisioni invece che altre,vorrei in qualche modo condizionare il loro modo di pensare e so che apparentemente sembra di combattere una battaglia persa.La mia convinzione però,mi fa avere una concreta speranza che se sarò capace anche di ascoltare,di avere la pazienza nelle cose,di cercare di convincere e non di imporre,di non presentare le mie idee come verità assolute,di essere comunque aperto al confronto e al dialogo,di dare spazio anche alle idee dei ragazzi,anche se magari non le condivido,di cercare di tenere contatti con il mondo da loro frequentato,ecco, a mio modo di vedere questo è un modo di seminare,a volte faticoso,a volte doloroso, che darà frutti,anche se questi frutti probabilmente non li raccoglierò io,ma spero i miei figli e poi i figli dei miei figli,sarebbe una ricompensa grandissima,per l'amore smisurato che provo per loro,che mi fa soffrire nel dare o ricevere un rifiuto,che mi fa stare male dentro quando sono in difficoltà,ma che è piu forte di tutto,del mio orgoglio,della mia presunzione,della mia testardaggine e di tutte la cose che potrebbero in qualche modo allontanarmi da loro.
Credo che tutto questo sia condiviso dalla maggior parte dei genitori,anche se ovviamente non voglio in alcun modo parlare a nome di altre persone,ci mancherebbe,non ne ho nessun diritto.Vorrei concludere questi pensieri con un desiderio,vorrei dire ai miei figli e a tutti i ragazzi non dimenticate mai e non abbiate mai dei dubbi sul fatto che i vostri genitori vi amano,e che se anche fanno e dicono delle cose che a voi sembrano incomprensibili sono spinti da un sentimento tanto forte quanto difficile da esprimere.Credo infine che se tutti abbiamo la pazienza almeno di ascoltare con il cuore e con disponibilità le ragioni degli altri,figli,genitori,ragazzi,adulti forse saremo tutti migliori,ilmondo sarà migliore.