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ARGOMENTO: Il metodo Cossiga

Il metodo Cossiga 30/10/2008 14:00 #29827

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AVEVA l'aria di una mattina tranquilla nel centro di Roma. Nulla a che vedere con gli anni Settanta. Negozi aperti, comitive di turisti, il mercatino di Campo dè Fiori colmo di gente. Certo, c'era la manifestazione degli studenti a bloccare il traffico. "Ma ormai siamo abituati, va avanti da due settimane" sospira un vigile. Alle 11 si sentono le urla, in pochi minuti un'onda di ragazzini in fuga da Piazza Navona invade le bancarelle di Campo dè Fiori. Sono piccoli, quattordici anni al massimo, spaventati, paonazzi.

Davanti al Senato è partita la prima carica degli studenti di destra. Sono arrivati con un camion carico di spranghe e bastoni, misteriosamente ignorato dai cordoni di polizia. Si sono messi alla testa del corteo, menando cinghiate e bastonate intorno. Circondano un ragazzino di tredici o quattordici anni e lo riempiono di mazzate. La polizia, a due passi, non si muove.

Sono una sessantina, hanno caschi e passamontagna, lunghi e grossi bastoni, spesso manici di picconi, ricoperti di adesivo nero e avvolti nei tricolori. Urlano "Duce, duce". "La scuola è bonificata". Dicono di essere studenti del Blocco Studentesco, un piccolo movimento di destra. Hanno fra i venti e i trent'anni, ma quello che ha l'aria di essere il capo è uno sulla quarantina, con un berretto da baseball. Sono ben organizzati, da gruppo paramilitare, attaccano a ondate. Un'altra carica colpisce un gruppo di liceali del Virgilio, del liceo artistico De Chirico e dell'università di Roma Tre. Un ragazzino di un istituto tecnico, Alessandro, viene colpito alla testa, cade e gli tirano calci. "Basta, basta, andiamo dalla polizia!" dicono le professoresse.

Seguo il drappello che si dirige davanti al Senato e incontra il funzionario capo. "Non potete stare fermi mentre picchiano i miei studenti!" protesta una signora coi capelli bianchi. Una studentessa alza la voce: "E ditelo che li proteggete, che volete gli scontri!". Il funzionario urla: "Impara l'educazione, bambina!". La professoressa incalza: "Fate il vostro mestiere, fermate i violenti". Risposta del funzionario: "Ma quelli che fanno violenza sono quelli di sinistra". C'è un'insurrezione del drappello: "Di sinistra? Con le svastiche?". La professoressa coi capelli bianchi esibisce un grande crocifisso che porta al collo: "Io sono cattolica. Insegno da 32 anni e non ho mai visto un'azione di violenza da parte dei miei studenti. C'è gente con le spranghe che picchia ragazzi indifesi. Che c'entra se sono di destra o di sinistra? È un reato e voi dovete intervenire".

Il funzionario nel frattempo ha adocchiato una telecamera e il taccuino: "Io non ho mai detto: quelli sono di sinistra". Monica, studentessa di Roma Tre: "Ma l'hanno appena sentito tutti! Chi crede d'essere, Berlusconi?". "Lo vede come rispondono?" mi dice Laura, di Economia. "Vogliono fare passare l'equazione studenti uguali facinorosi di sinistra". La professoressa si chiama Rosa Raciti, insegna al liceo artistico De Chirico, è angosciata: "Mi sento responsabile. Non volevo venire, poi gli studenti mi hanno chiesto di accompagnarli. Massì, ho detto scherzando, che voi non sapete nemmeno dov'è il Senato. Mi sembravano una buona cosa, finalmente parlano di problemi seri. Molti non erano mai stati in una manifestazione, mi sembrava un battesimo civile. Altro che civile! Era stato un corteo allegro, pacifico, finché non sono arrivati quelli con i caschi e i bastoni. Sotto gli occhi della polizia. Una cosa da far vomitare. Dovete scriverlo. Anche se, dico la verità, se non l'avessi visto, ma soltanto letto sul giornale, non ci avrei mai creduto".

Alle undici e tre quarti partono altre urla davanti al Senato. Sta uscendo Francesco Cossiga. "È contento, eh?" gli urla in faccia un anziano professore. Lunedì scorso, il presidente emerito aveva dato la linea, in un intervista al Quotidiano Nazionale: "Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand'ero ministro dell'Interno (...) Infiltrare il movimento con agenti pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino le città. Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto della polizia. Le forze dell'ordine dovrebbero massacrare i manifestanti senza pietà e mandarli tutti all'ospedale. Picchiare a sangue, tutti, anche i docenti che li fomentano. Magari non gli anziani, ma le maestre ragazzine sì".

È quasi mezzogiorno, una ventina di caschi neri rimane isolata dagli altri, negli scontri. Per riunirsi ai camerati compie un'azione singolare, esce dal lato di piazza Navona, attraversa bastoni alla mano il cordone di polizia, indisturbato, e rientra in piazza da via Agonale. Decido di seguirli ma vengo fermato da un poliziotto. "Lei dove va?". Realizzo di essere sprovvisto di spranga, quindi sospetto. Mentre controlla il tesserino da giornalista, osservo che sono appena passati in venti. La battuta del poliziotto è memorabile: "Non li abbiamo notati".

Dal gruppo dei funzionari parte un segnale. Un poliziotto fa a un altro: "Arrivano quei pezzi di merda di comunisti!". L'altro risponde: "Allora si va in piazza a proteggere i nostri?". "Sì, ma non subito". Passa il vice questore: "Poche chiacchiere, giù le visiere!". Calano le visiere e aspettano. Cinque minuti. Cinque minuti in cui in piazza accade il finimondo. Un gruppo di quattrocento di sinistra, misto di studenti della Sapienza e gente dei centri sociali, irrompe in piazza Navona e si dirige contro il manipolo di Blocco Studentesco, concentrato in fondo alla piazza. Nel percorso prendono le sedie e i tavolini dei bar, che abbassano le saracinesche, e li scagliano contro quelli di destra.

Soltanto a questo punto, dopo cinque minuti di botte, e cinque minuti di scontri non sono pochi, s'affaccia la polizia. Fa cordone intorno ai sessanta di Blocco Studentesco, respinge l'assalto degli studenti di sinistra. Alla fine ferma una quindicina di neofascisti, che stavano riprendendo a sprangare i ragazzi a tiro. Un gruppo di studenti s'avvicina ai poliziotti per chiedere ragione dello strano comportamento. Hanno le braccia alzate, non hanno né caschi né bottiglie. Il primo studente, Stefano, uno dell'Onda di scienze politiche, viene colpito con una manganellata alla nuca (finirà in ospedale) e la pacifica protesta si ritrae.

A mezzogiorno e mezzo sul campo di battaglia sono rimasti due ragazzini con la testa fra le mani, sporche di sangue, sedie sfasciate, un tavolino zoppo e un grande Pinocchio di legno senza più una gamba, preso dalla vetrina di un negozio di giocattoli e usato come arma. Duccio, uno studente di Fisica che ho conosciuto all'occupazione, s'aggira teso alla ricerca del fratello più piccolo. "Mi sa che è finita, oggi è finita. E se non oggi, domani. Hai voglia a organizzare proteste pacifiche, a farti venire idee, le lezioni in piazza, le fiaccolate, i sit in da figli dei fiori. Hai voglia a rifiutare le strumentalizzazioni politiche, a voler ragionare sulle cose concrete. Da stasera ai telegiornali si parlerà soltanto degli incidenti, giorno dopo giorno passerà l'idea che comunque gli studenti vogliono il casino. È il metodo Cossiga. Ci stanno fottendo".


Solo due parole... CHE SCHIFO...
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Il metodo Cossiga 02/11/2008 14:58 #29841

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Riporto per completezza l'intera intervista a Cossiga...

(ex presidente del coniglio dei ministri, ex presidente della repubblica... senatore a vita. Insomma, la crème de la crème! Un uomo di cotanta saggezza! Un uomo che ha passato la vita a servire lo Stato e i suoi cittadini, giovani e vecchi... sentiamo, sentiamo cosa dice! Una sua parola sicuramente aiuterà, inviterà al dialogo e al reciproco rispetto... che diamine, un difensore della democrazia come lui... :o )

Da "GIORNO/RESTO/NAZIONE" di giovedì 23 ottobre 2008

INTERVISTA A COSSIGA «Bisogna fermarli, anche il terrorismo partì dagli atenei» di ANDREA CANGINI - ROMA

<<<PRESIDENTE Cossiga, pensa che minacciando l`uso della forza pubblica contro gli studenti Berlusconi abbia esagerato?

>>>«Dipende, se ritiene d`essere il presidente del Consiglio di uno Stato forte, no, ha fatto benissimo.

Ma poiché l`Italia è uno Stato debole, e all`opposizione non c`è il granitico Pci ma l`evanescente Pd, temo che alle parole non seguiranno i fatti e che quindi Berlusconi farà una figurac- cia».

Quali fatti dovrebbero seguire? «Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand`ero ministro dell`Interno».

Ossia? «In primo luogo, lasciare perdere gli studenti dei licei, perché pensi a cosa succederebbe se un ragazzino rimanesse ucciso o gravemente ferito...».

Gli universitari, invece? «Lasciarli fare. Ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città».

Dopo di che? «Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri».

Nel senso che...

«Nel senso che le forze dell`ordine non dovrebbero avere pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli e picchiare anche quei docenti che li fomentano».

Anche i docenti? «Soprattutto i docenti».

Presidente, il suo è un paradosso, no? «Non dico quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine sì. Si rende conto della gravità di quello che sta succedendo? Ci sono insegnanti che in- dottrinano i bambini e li portano in piazza: un atteggiamento criminale!».

E lei si rende conto di quel che direbbero in Europa dopo una cura del genere? «In Italia torna il fascismo», direbbero.

«Balle, questa è la ricetta democratica:

spegnere la fiamma prima che divampi l`incendio».

Quale incendio? «Non esagero, credo davvero che il terrorismo tornerà a insanguinare le strade di questo Paese. E non vorrei che ci si dimenticasse che le Brigate rosse non sono nate nelle fabbriche ma nelle università.

E che gli slogan che usavano li avevano usati prima di loro il Movimento studentesco e la sinistra sindacale».

E` dunque possibile che la storia si ripeta? «Non è possibile, è probabile.

Per questo dico: non dimentichiamo che le Br nacquero perché il fuoco non fu spento per tempo».

Il Pd di Veltroni è dalla parte dei manifestanti.

«Mah, guardi, francamente io Veltroni che va in piazza col rischio di prendersi le botte non ce lo vedo. Lo vedo meglio in un club esclusivo di Chicago ad applaudire Obama...».

Non andrà in piazza con un bastone, certo, ma politicamente...

«Politicamente, sta facendo lo stesso errore che fece il Pci all`inizio del- la contestazione: fece da sponda al movimento illudendosi di controllarlo, ma quando, com`era logico, nel mirino finirono anche loro cambiarono radicalmente registro.

La cosiddetta linea della fermezza applicata da Andreotti, da Zaccagnini e da me, era stato Berlinguer a volerla... Ma oggi c`è il Pd, un ectoplasma guidato da un ectoplasma. Ed è anche per questo che Berlusconi farebbe bene ad essere più prudente».

:cry:
I processi storici sono creati e interrotti di continuo dall'iniziativa dell'uomo,in quanto agisce. Di conseguenza,non è per nulla superstizioso,anzi è realistico,aspettarsi dei "miracoli" in campo politico.--H.Arendt
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Il metodo Cossiga 02/11/2008 15:07 #29842

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Certo, dà fastidio una protesta studentesca pacifica e democratica... che non si esaurisce stancamente ma cresce di giorno in giorno.


Da fastidio che migliaia e migliaia di studenti si riuniscano in assemblea per discutere, confrontarsi e voler dire la propria...

Le menti libere fanno PAURA a chi è al potere.
Possono picchiarci, se hanno voglia di mandarci tutti all'ospedale va bene...
La repressione potrà investire tutto, tutto. Ma le nostre teste, quelle no, non ce le possono governare.




I processi storici sono creati e interrotti di continuo dall'iniziativa dell'uomo,in quanto agisce. Di conseguenza,non è per nulla superstizioso,anzi è realistico,aspettarsi dei "miracoli" in campo politico.--H.Arendt
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Il metodo Cossiga 04/11/2008 14:27 #29845

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Riporto una mail che ho ricevuto da una persona (di cui non dico il nome) qui a Milano. Non dico che ci metto la mano sul fuoco, io la riporto e poi valutate voi... io conoscendola sono propenso a crederle.

Scrive:
"Cari tutti,
non vorrei diffondere panico, allarmismo, nè essere iscritta fra gli affetti di dietrologia e complottismo.

Tuttavia, una persona a me molto vicina (diciamo anche la mia dolce metà), ha un carissimo amico di stanza a Roma nell'esercito.
Questa persona, che conosco e di cui ho piena fiducia, con molte reticenze (rischia il Tribunale Militare) le ha detto che stanno
arrivando ordini per infiltrare altra gente e far sì che quello che è accaduto a piazza Navona succeda su larga scala. (Se qualcuno non sa cosa è successo a Piazza Navona, o ha le idee confuse si legga l'articolo di Maltese su Repubblica del 30/10).
Fra l'altro le ha detto chiaramente che la polizia mercoledì aveva l'ordine di far passare senza controlli la camionetta di Casa Pound, e
che i fascisti sapevano che non sarebbero stati incriminati (giusto se avevamo bisogno di altre conferme...).
Insomma, come tutti sospettavamo e temevamo, stanno mettendo in campo un disegno per reprimere il movimento, come Cossiga dixit e fecit illo tempore...
Se potete fate girare la mail, anche a non studenti. Penso sia importante che il maggior numero di persone possibile ne sia a
conoscenza.
Ovviamente io non posso fare il nome della "talpa", ma non ho alcun interesse a mentire, nè a diffondere voci false (nel caso qualcuno fra di voi fosse scettico).

Saluti anti-fascisti, anti-governativi e pure anti-militari!

Koss"

Per chi non lo sapesse, ci sarà una grande manifestazione universitaria VENERDI' 14 a ROMA. E se queste parole si riveleranno fondate... non oso pensarci. :shock: :shock: :shock:
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Il metodo Cossiga 04/11/2008 15:27 #29846

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Il modo in cui è scritta, sinceramente, mi fa pensare ad una mail creata "ad hoc"... sullo stile catena di sant'Antonio.
Non conosco il mittente, per cui non mi posso esprimere sul fatto che sia una fonte affidabile...
Su internet lo stesso messaggio si trova a questo indirizzo
profile.myspace.com/index.cfm?fuseaction...e&friendid=341668132
nel post del 1 nov 2008, alle 20.07, e pare che i mittenti siano gli appartenenti a Roma3inRivolta...

Non ci sono nomi e riferimenti legati a qualcosa di vagamente verificabile (per carità, se uno rischia il Tribunale Militare, meglio che non dica il proprio nome... o no? In fondo, se le voci potessero essere dimostrate, lo si potrebbe comunicare a qualche giornalista con gli attributi per farlo sapere a tutti...)

Non so, mi lasciano piuttosto perplesso anche i saluti
Saluti anti-fascisti, anti-governativi e pure anti-militari!
Che sicuramente lasciano trasparire una certa inclinazione politica (che personalmente non condivido quando si comincia a parlare di anti-governo, anti-militari) e non mi convincono del tutto sul fatto che non si abbia "alcun interesse a mentire, nè a diffondere voci false"...

Ognuno comunque è liberissimo di pensarla come vuole...

Speriamo solo che, se anche fosse vera, quello che viene ipotizzato non si tramuti in realtà...
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Il metodo Cossiga 04/11/2008 18:33 #29849

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anche a me sa tanto di bufala informatica, una mail ad effetto per intenderci ma ognuno in fondo è libero di scrivere quello che vuole, sta alla gente crederci o meno..
in ogni caso spero vivamente che un'ipotesi del genere non abbia mai sfiorato la mente di nessuno o addio democrazia.. :-(
:snow: PIU' SIAMO PIU' ALLEGRI SI STA !
"Grazie per il tempo pieno, grazie per i denti stretti, i difetti, per le botte di allegria e per la nostra fantasia" (L'AMORE CONTA - Ligabue)
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Il metodo Cossiga 08/11/2008 17:29 #29861

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Nuova lettera di Cossiga, che dà consigli (seppur non rischiesti) al capo della polizia, Antonio Manganelli.

da www.repubblica.it
"Un'efficace politica dell'ordine pubblico deve basarsi su un vasto consenso popolare, e il consenso si forma sulla paura, non verso le forze di polizia, ma verso i manifestanti".

Per il senatore a vita, che pensa alle tensioni che hanno segnato le manifestazioni degli studenti di questi giorni, è stato "un grave errore strategico" reagire con "cariche d'alleggerimento, usando anche gli sfollagente e ferendo qualche manifestante".

La tattica cossighiana è ben più diretta. In pratica si tratta di disporre "che al minimo cenno di violenze di questo tipo, le forze di polizia si ritirino". A questo punto, continua Cossiga, "l'ideale sarebbe che di queste manifestazioni fosse vittima un passante, meglio un vecchio, una donna o un bambino, rimanendo ferito da qualche colpo di arma da fuoco sparato dai dimostranti: basterebbe una ferita lieve, ma meglio sarebbe se fosse grave, ma senza pericolo per la vita".

Una situazione che farebbe crescere nella gente comune "la paura dei manifestanti e con la paura l'odio verso di essi e i loro mandanti o chi da qualche loft o da qualche redazione, ad esempio quella de L'Unità, li sorregge".

Tra i danneggiamenti invocati, Cossiga si augura che possano accadere alla sede dell'arcivecovo di Milano o a qualche sede della Caritas o di Pax Christi.

"Io aspetterei ancora un po' - continua Cossiga - e solo dopo che la situazione si aggravasse e colonne di studenti con militanti dei centri sociali, al canto di 'Bella ciao', devastassero strade, negozi, infrastrutture pubbliche e aggredissero forze di polizia in tenuta ordinaria e non antisommossa e ferissero qualcuno di loro, anche uccidendolo, farei intervenire massicciamente e pesantemente le forze dell'ordine contro i manifestanti".

Una visione apocalittica che, però, non trova proseliti. "Sono convinto che oggi ci sia un maggiore senso di appartenenza ed è bello vedere che nelle scuole, anche in questi giorni, giovani di destra e di sinistra si confrontano" dice Fini.


Il consenso si forma sulla paura... che parole tristi, che parole "vecchie".
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[/align]

da [url=http]voglioscendere.it[/url]
"La vittoria di Obama segna [infatti] l'inizio del declino per le campagne elettorali basate sulla paura i]del terrorismo[/i. Dimostra che si può ottenere consenso dai cittadini proponendo un mondo diverso: fatto di minori diseguaglianze sociali, di maggior rispetto per l'ambiente, di partecipazione.

A oggi è questa la novità di Obama.

Novità. che bella parola.
In questi giorni, vorrei essere cento volte americano.
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