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Dublino, raggiunto un primo accordo: al bando le bombe a grappolo
Un accordo per la messa al bando delle bombe a grappolo, una delle armi più diaboliche mai concepite dalla mente umana, è stato raggiunto a Dublino a 10 giorni dall'inizio di una Conferenza internazionale cui partecipano 109 paesi. Sulla scia dell'entusiasmo, qualche delegato l'ha già definita una «giornata da non dimenticare nella storia del disarmo». Altri invece parlano di accordo "dimezzato". L'incontro di Dublino infatti è stato boicottato tra gli altri da Usa, Cina, Russia, Israele, Pakistan e India, i paesi delle cosiddette "cluster bomb" hanno sempre fatto uso a piene mani.
Dopo giorni di discussioni a tratti sterili e confuse, la notizia dell'accordo è arrivata a sorpresa e a darla è stato un portavoce del ministero degli esteri irlandese. «La Convezione sulle armi a grappolo prevede che ogni stato firmatario si impegni in modo solenne a non utilizzare, produrre o acquistare» qualsiasi tipo di "cluster", ha spiegato. Il testo, concordato con due giorni di anticipo rispetto alla fine dei lavori, verrà votato e approvato venerdi in seduta plenaria. La Convezione verrà poi firmata il 2 e 3 dicembre prossimi a Oslo, in Norvegia. Perché diventi operativa, sarà necessaria la ratifica di ogni singolo paese.
«A Dublino è stato fatto un passo molto importante per rendere il mondo un posto più sicuro», ha commentato con soddisfazione il premier britannico Gordon Brown. È stato proprio lui a propiziare un'intesa in cui nessuno sperava molto quando, da Londra, ha annunciato che la Gran Bretagna, «per dare il buon esempio», metterà "fuori servizio" tutte le "cluster" che conserva nei propri arsenali. Simon Conway, portavoce della Ong "Cluster Munition Coalition", ha detto che quello che Brown ha fatto è stato determinante ai fini dell'accordo. «Il suo è stato un atto da grande statista», ha commentato ai microfoni della Bbc.
In Italia, Il Senato aveva approvato un ordine del giorno bipartisan che impegnava il governo «ad assumere nell'ambito della conferenza di Dublino una decisa posizione a favore della messa al bando delle cluster bomb». Il provvedimento è stato varato con un consenso unanime registrato dal primo voto elettronico della legislatura. I sì sono stati 269, un contrario e uno astenuto ma entrambi questi senatori hanno spiegato che si è trattato di un errore nel voto. Maggioranza e opposizione hanno raggiunto un'intesa sul testo, le due mozioni che erano state presentate sono state ritirate ed è nato un unico ordine del giorno a firma della senatrice democratica Roberta Pinotti e del senatore del Pdl Giampiero Cantoni. Nell'ordine del giorno si impegna il governo anche a «sviluppare un'adeguata iniziativa diplomatica per coinvolgere la comunità internazionale nell'adozione di uno strumento giuridicamente vincolante che proibisca la produzione e l'impiego di tali munizioni».
Le bombe a grappolo sono ordigni che, prima di toccare terra, rilasciano decine di mini-ordigni che in teoria esplodono all'impatto con il suolo ma che in pratica restano in parte in agguato sul terreno pronti ad uccidere al minimo contatto anche a distanza di anni. Con la loro forma curiosa e invitante (alcune sembrano palline da tennis colorate), causano il maggior numero di vittime tra i civili, spesso tra i bambini. È accaduto ad esempio in Kosovo nel 1999, in Iraq nel 2003, il primo anno di guerra, e nel sud del Libano nel 2006, dove le "cluster" uccisero almeno 200 persone.
I paesi assenti dalla conferenza sostengono che queste bombe sono troppo "utili" sul campo di battaglia per essere messe in naftalina e, secondo molti osservatori, chiederanno che il testo elaborato a Dublino venga rivisto al ribasso. Le Ogn che si battono da anni per la messa al bando delle "bombe che non finiscono mai di uccidere", come le ha definite la Croce Rossa Internazionale, si augurano invece che l'accordo venga alla fine accettato da tutti. «Spero che anche gli Stati Uniti si vedano costretti a sottoscriverlo», ha detto Simon Conway.
USA, Russia, Cina e altri non firmano il trattato. Italia firma, a sorpresa (essendo una delle nazioni produttrici) (per info
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