il comunismo o meglio il Marxismo non è da confondere con il dittatorialismo mascherato da comunismo, questi stati di COMUNE hanno solo la dittatura
Concordo in pieno con te! Infatti ho specificato 'regimi comunisti veri o presunti'... perchè sono comunisti di nome ma non di fatto. 'Nsomma, l'eterno problema della storia del comunismo (e, d'altronde, di ogni sistema politico: la differenza tra ciò che si dice e quello che poi avviene in realtà)
di conseguenza, poichè è impossibile nominare almeno uno stato comunista che funzioni o che abbia funzionato e che "quello che si dice è diverso da quello avviene in realtà", la conclusione è che il comunismo è una utopia che rapportata alla realtà si trasforma in una colossale minaccia alla libertà e alla democrazia... non capisco quindi il tuo intervento precedente che, positivamente, affermava che il comunismo non sparirà.
Non mi sono spiegato. Il comunismo, come diceva anche Luca Luca, è stato adottato come 'maschera' di facciata per giustificare interventi mossi in realtà solo dall'ambizione e dall'interesse personale di chi era al governo. Quindi questo non era 'comunismo' vero e proprio, anche se ne aveva le sembianze.
Ne discutevo proprio ieri con un amico, commentando il fatto che a Cuba fosse ora concesso vendere le televisioni, prima proibite.
Egli sosteneva che la limitazione della libertà e dell'informazione fossero tipiche del comunismo. Questo non è vero!
Il comunismo (nella sua pura ideologia) parte da una rivalutazione (e non svalutazione) della persona. Si basa sull'onestà di ogni singolo individuo, sia esso amministratore statale oppure operaio..
Ma ci tengo a dire una cosa: io non voglio fare la parte dell'oltranzista e di quello di estrema sx. Certo il comunismo ha i suoi limiti, ma anche il capitalismo ne ha parecchi (e li vediamo piuttosto chiaramente in questi giorni!).
La mia idea personale è di un livellamento operato dallo Stato che pareggi le enormi disparità (di giustizia, di possibilità economiche, di libertà) tra i ricchi e i poveri. (Questo come punto di partenza, ma in fondo come naturale punto di arrivo). Senza togliere la possibilità di emergere a ciascuno in piena libertà, come ognuno preferisce; senza tentare di togliere le differenze tra i singoli (obbiettivo peraltro impossibile, oltre che ingiusto..)
Ma puntando ad un'educazione del cittadino, di ogni essere umano, a guardare oltre a sè, a vivere in armonia come una parte nel tutto, co-l-laborando ad un progetto e alle necessità maggiori. Spostando il proprio centro al di là di se stessi. Un'educazione che non ti lasci dormire se sai che un essere umano come te mangia carne una volta al mese ed è costretto a dormire in un angolo della strada, sotto quattro cartoni.
Uno stato che si educhi. Da questo importante presupposto deriva tutto il resto, dovrebbe derivare ogni programma elettorale.
Perchè se non puntiamo a questo, non c'è futuro.