Renato Vallanzasca non è libero. Il bel René, grande bandito degli Anni Settanta cui è stato dedicato anche un film (La banda Vallanzasca, 1977), non è stato graziato dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che ha rigettato la domanda presentata da Renato. Un provvedimento che arriva dopo anni di carcere e tentativi di evasione, un matrimonio e il mito del criminale a cui le donne non sanno resistere.
Recluso sinora nel carcere di Voghera, classe 1950, René era già ras del quartiere Giambellino di Milano, poi nel 1972 viene arrestato da un giovane commissario, Achille Serra. Quattro anni e mezzo di galera per una rapina al supermercato, cerca di contrarre volontariamente l'epatite, poi evade e lascia dietro di sé una settantina di rapine, quattro poliziotti uccisi, un vigile urbano, un medico e un impiegato di banca. Quattro sequestri di persona, l'arresto a Roma nel 1977.
Vallanzasca prova ad evadere nel 1980 dal carcere di San Vittore, ma non ce la fa. Nel 1981 organizza una rivolta in quello di Novara; condannato al carcere duro nel 1987 scappa dall'oblò di un traghetto che lo sta portando all'Asinara. Ancora galera, ancora anni di reclusione, il tentativo di fuga da Nuoro e - si dice - un amore segreto con l'avvocatessa, poi Voghera e la richiesta di grazia. Che non è stata concessa.