tratto da
www.corriere.it
Proteste da destra e da sinistra. La prima «vittima» è Palagiano
Sperlonga, Ustica e La Maddalena
Addio comunità montane (al mare)
Il disegno di legge del governo prevede il taglio di 89 enti su 355
ROMA — A Sperlonga potranno stare tranquilli ancora un po'. Anche all'Isola d'Elba. A Ustica. E in Costa Smeralda. Prima la bozza del disegno di legge dovrà superare l'esame della Conferenza unificata fra lo Stato e gli enti locali. Poi di nuovo un passaggio al Consiglio dei ministri. Quindi arrivare in Parlamento e iniziare l'iter. Sempre che, in un impeto di coraggio, il governo non decida di mettere tutto in Finanziaria. Sfidando la sorte, oltre che le sassate di maggioranza e opposizione. La strada da fare per quelle «sforbiciatine volenterose» ai costi della politica decise venerdì dal Consiglio dei ministri nella timida forma del disegno di legge, insomma, è ancora lunga. E gli ultrà delle Comunità montane non hanno ancora del tutto abbandonato le loro speranze. La governatrice del Piemonte, di centrosinistra, Mercedes Bresso ha chiesto al governo di ripensarci. Il gruppo alla Regione di Forza Italia, principale partito del centrodestra, ha fatto lo stesso. Mentre il presidente dell'Unione delle Comunità montane, Enrico Borghi, non cessa di cannoneggiare il provvedimento. Considerandolo devastante e contrario agli accordi presi.
I CRITERI - Quali erano? Che i criteri per autorizzare una comunità montana sarebbero stati decisi con un'altra legge per la montagna «in corso di preparazione». Invece il ministro degli Affari regionali Linda Lanzillotta si sarebbe impuntata e avrebbe ottenuto di stabilire il criterio secondo il quale per far parte di una Comunità montana qualsiasi Comune dovrà avere almeno l'80% del territorio al di sopra dei 600 metri di quota, oppure soltanto il 50% ma con un dislivello minimo nel territorio comunale di almeno 600 metri. Requisito che, secondo i primi calcoli, farebbero passare il numero dei Comuni montani dagli attuali 4.200 (dei quali peraltro 700 sono soltanto parzialmente montani) a 2.022. Un massacro. Che però, a quanto pare, potrebbe far risparmiare 80 milioni di euro, grazie anche alla riduzione del numero dei consiglieri. Meno consistente, invece, sarebbe la riduzione del numero delle Comunità montane, che scenderebbe da 355 a 266: 89 in meno, e scusate se è poco.
PRIMA VITTIMA - Inutile dire che il primo dei Comuni a finire sotto la scure (se mai venisse azionata) della legge sarebbe Palagiano, in provincia di Taranto, dove ha sede la Comunità montana della Murgia tarantina: 39 metri sul livello del mare. Ma con un dislivello che va da quota zero a quota 86. Non sarebbe risparmiato neppure Monfalcone, che dal mare s'innalza fino a 140 metri di altitudine. Per non parlare di Giardini Naxos, ridente località turistica in provincia di Messina, con propaggini che si stagliano a raggiungere la quota di 210 metri. Appena due in meno dell'isola della Maddalena, in Gallura, la quale ha comunque meritato una lunga militanza fra le Comunità montane. Al pari, naturalmente, di molte altre isole. Forse Ustica, con un cocuzzolo a ben 248 metri sul livello del mare non aveva il diritto di fregiarsi del titolo di Comune montano? Forse l'Isola d'Elba, dove il Comune di Rio Marina irrompe dalle acque del porto all'ebbrezza dei 352 metri, addirittura novanta in più rispetto a quello di Marciana Marina? E che dire delle tante altre Comunità montane «di mare»? Nella lista dei Comuni che dovrebbero essere colpiti dal provvedimento c'è Palau, in Costa Smeralda, stazione di partenza dei traghetti per la Maddalena e la Corsica. Nel territorio comunale c'è un picco di 395 metri. E poi Santa Teresa di Gallura. Ma nell'elenco c'è anche Sperlonga, suggestivo paese della costa laziale arroccato su uno sperone roccioso a un'altitudine di 55 metri sul mare. Ma che avendo un territorio inerpicato a raggiungere la vertiginosa quota di 489 metri, non poteva non appartenere alla sua brava Comunità montana. Esattamente come Gaeta. E come Sorrento. Già.
COMUNI PSEUDO-MONTANI - Naturalmente non potevano essere risparmiati molti Comuni non «marini » ma che definire «montani» è comunque una forzatura. Per esempio Ficulle. O San Quirico D'Orcia. O ancora Cupramontana. Oppure Carbonia. Massa Lubrense. Città della Pieve. Genazzano. Castiglione del Lago. Priverno. Torgiano. Attigliano. Ronchi dei Legionari. Nel primo elenco non c'era invece il Comune di Vernio, che fa parte della Comunità montana Val di Bisenzio. Così efficiente ed attrezzata da essersi dotata perfino di un proprio ufficio stampa (!) che nel pomeriggio del 14 luglio, 24 ore dopo che il Consiglio dei ministri aveva dato via libera al disegno di legge sui costi della politica, diramava alle agenzie questo diligente resoconto: «Il Presidente del Consiglio Romano Prodi si è fermato stamani a Vernio durante un giro in bici sull'Appennino Tosco-emiliano in Val di Bisenzio. In particolare Prodi si è fermato intorno alle 13 a bere una bibita al bar del paese di Mercatale di Vernio. Il sindaco Paolo Cecconi ha invitato Prodi ad intervenire alla inaugurazione della nuova Caserma dei Carabinieri di Vernio a fine estate, ottenendo una risposta non certa, a causa del periodo particolarmente intenso. Prodi ha anche chiesto della situazione economica del distretto pratese e del tessile. Il saluto si è concluso con un "in bocca a lupo" da parte del sindaco al Presidente del Consiglio, che poi ha ripreso il suo giro ciclo-turistico
Questa cosa mi lascia davvero stupefatto. Sinceramente mi auguro che qualcosa si faccia, pensare a località marittime che godono dello status di Comunità Montane è una cosa troppo assurda...