Da venerdì 8 febbraio è in tutti i negozi di dischi il nuovo album di Davide Van De Sfroos “PICA!” (Tarantanius/distribuzione Venus), suono, parola e invocazione che accompagnava i minatori di Frontale (frazione di Sondalo, comune dell’Alta Valtellina). A tre anni di distanza da “Akuaduulza” il cantautore lombardo presenta un nuovo album composto da 15 brani, 3 dei quali con testo in italiano e ritornello in dialetto laghée.
Sabato 19 aprile sarà in concerto per la prima volta e per l’ unica data del tour invernale al Datchforum di Assago (Mi) (costo del biglietto 18 euro più prevendita).
“PICA!”: “Picchia la roccia il minatore piegato dalla fatica. Picchia il tuono preceduto dal bagliore del lampo. Picchia la furia del vento che cancella ogni cosa. Batte il Cavaliere la sua spada. Batte lo zoccolo della morte sulle terre di guerra. Batte forte il cuore del contrabbandiere braccato dalla finanza. E ancora l’onda che batte contro ogni cosa sulla riva”.
A tre anni di distanza da “Akuaduulza” – storie, leggende, tradizioni di “acqua dolce” racchiuse in 14 brani, ecco “Pica!”, il nuovo album di Davide Van De Sfroos.
Si compone di 15 brani, 3 dei quali con testo in italiano e ritornello in dialetto laghée.
“E’ un disco molto corale, più ancora del solito. E’ il disco del cuore, delle emozioni che non hanno bisogno di parafrasi per venire fuori dirette. Picchia forte il cuore e il primo pensiero va a quelle persone - finite poi nelle canzoni - che hanno reso mitica la propria terra. Ecco perché nei testi ci sono nomi&soprannomi (“Il Minatore di Frontale”, “L’Alain Delon de Lenn”, “Il Cimino”, “Il Costruttore di Motoscafi”) di persone esistite ed esistenti)”, afferma Davide.
“Pica!”: un suono, un urlo strozzato, ma anche un’invocazione. Quella che accompagna i minatori di Frontale – frazione di Sondalo, Comune dell’Alta Valtellina (la località scelta da Davide a simbolo di questo antico e nobile mestiere) – che in cerca di fortuna negli anni sono arrivati “quasi a perforare l’intero mappamondo”. Emigranti come tanti, sparsi per le miniere del mondo. Già la miniera “il posto più vicino all’inferno”, tanta e tale la profondità dei luoghi.
Il minatore di Frontale vi è “sceso da ragazzo”: un viaggio pieno di incognite, simile a quello di decine, centinaia di giovani che lasciavano le loro case in cerca di fortuna. E quello del “viaggio” è un tema assai ricorrente negli album di Davide. Tocca il punto più alto con “E Semm Partii…” (2001), dove è ben impressa nella memoria collettiva l’istantanea di quei “fazzoletti bianchi che non san volare”. Per quegli emigranti, dispersi per il mondo (con l’America a fungere da icona del “Paese delle mille fortune&opportunità e della ricchezza facile e a portata di tutti), il viaggio era spesso di “sola andata”.
Il percorso prosegue in “Akuaduulza” (2005): lì solo le onde del lago a cadenzare i tempi del viaggio e soprattutto del ritorno a casa. “Qualcuno ha sputato sulla sua onda, poi è tornato con una lacrima in più…”. “Anche qui è presente il tema del viaggio – osserva Davide -. Sul piano personale, un viaggio che mi ha portato a ritirarmi in cantina (dove è stato registrato gran parte di “Akuaduulza”, ndr.) e a dare sfogo ai sentimenti con canzoni con tratti gotici, oscuri, sommersi”.
Ne “Il Minatore di Frontale”, singolo contenuto in “Pica!”, questa gente fiera – rispettosa del proprio passato e delle proprie tradizioni – parte e va, in tasca…”la montagna”: l’attende un duro lavoro in miniera. In ognuno di loro c’è la consapevolezza - spesso una speranza - di tornare un giorno “dove son sempre stato”.
Ma il passato e la forza delle tradizioni possono arrivare a “intaccare” anche l’animo guascone del re di tutti i gigolò, “L’Alain Delon De Lenn” - altro brano contenuto in “Pica!” - che dopo una vita vissuta sempre al limite torna alla “sua” Cooperativa, al campo di bocce e guarda gli altri “ inclinare la bottiglia”, con qualche rimpianto, ma anche consapevole – nel suo “regno di eccessi” – di “aver sedotto il destino e dirottato la notte ai suoi piedi”.
“Mai come in questo caso – osserva ancora Davide – il disco è stato portato così vicino ai luoghi ed ai personaggi protagonisti delle canzoni. Gente spesso sospesa fra terra e acqua e che però continua a guardare il cielo. In ognuna delle quindici canzoni c’è per me qualcosa di fortemente emotivo”.
COMMENTO BRANO PER BRANO
1. EL PUUNT – Con la sonorità ritmata della musica del Mississipi la delusione di un amante d’acqua dolce che tra un ponte e una finestra accesa vede sfumare il suo sogno d’amore.
2. LO SCIAMANO – Lunga ballata ipnotica che prendendo in prestito tinte e sonorità vagamente andine elenca luoghi, animali e simboli sciamanici del lago di Como per intraprendere un viaggio ancestrale tra sogno e possibilità di divenire.
3. L’ALAIN DELON DE LENN – Canzone dall’accento rock-sudista che ha come protagonista un border-liner gigolò ormai a riposo, play-boy “di contrabbando” simbolo della trasgressione che non trascura l’eleganza e del punto di vista sulle cose scomodo, ma quantomai sincero.
4. NEW ORLEANS – L’uragano sta per arrivare. Il preludio di quello che accadrà nella città di New Orleans è ormai nell’aria. Saranno un ragazzo e una ragazza e la loro storia d’amore appena iniziata i disperati punti d’appoggio per la speranza di un ritorno nella magica città.
5. LA BALLATA DEL CIMINO – Vera e propria folk-ballad alla Jessie James o alla Billy The Kid dove invece degli scenari western e delle Colt abbiamo bricolle, finanzieri e quel gran scavezzacollo del Cimino, contrabbandiere in fuga verso…un finale a sorpresa.
6. IL MINATORE DI FRONTALE – Accompagnata da un coro che vuole ricreare il suono della mina, dei canti di montagna e di quelli della lontana Africa, la celebrazione di tutte quelle persone invisibili costrette a lavorare in quei luoghi dove normalmente non si avrebbe voglia di andare neppure da morti. Un rispettoso e fiero omaggio alla figura incredibile del minatore.
7. 40 PASS – Tre ragazzi o poco più, tre vite diverse, tre caratteri distanti, ma un unico destino comune: la partenza dal paesino del lago per cercar fortuna nella grande città e l’esperienza comune della galera. Quel Duomo di Milano sorvegliato dalla piccola Madonna che all’inizio viene snobbato per troppa voglia di vivere diventa poi punto di riflessione.
8. LA TERZA ONDA – La prima onda è quella che ti invita al viaggio, a prendere il largo quando la terra ti è stretta. La seconda è quella che ti vuol riportare a casa quando sopraggiunge la nostalgia di qualcuno, di qualcosa o della terraferma stessa, ma è solo la terza onda – quella dell’incognito, quella del destino non ancora rivelato, quella della fuga da se stessi e dai punti sicuri della nostra esistenza – a farci sentire veramente vivi e veramente in viaggio nel bene e nel male.
9. LA GRIGNA – Tiritera reggae psichedelica e meteorologica dove la protagonista è la Grigna, la rocciosa montagna che guarda da sempre il suo pezzo di lago e che senza nessun pudore da esso si lascia spiare e ritrarre sul suo specchio d’acqua.
10. IL COSTRUTTORE DI MOTOSCAFI – Una tenera ballata a ricordo di un grande pioniere – Guido Abbate - della motonautica lariana, del suo modo di vedere il lago, le donne e la vita tra segatura, olio di motori e sfida costante nel possedere le onde.
11. FIIL DEL FEER – Velocissimo, piratesco e irriverente questo brano rappresenta la sincera e sguaiata confessione di un balordo che non si cura di mantenere intatto nessun brandello di dignità se non quello della sincerità.
12. FURESTEE – Brano dai toni crepuscolari, che vede il ritorno di un viaggiatore nella sua terra d’origine. Più pesante del fardello di tutta la strada percorsa e di tutto il tempo trascorso lontano sarà il sentirsi straniero, forestiero a casa sua.
13. IL CAVALIERE SENZA MORTE – Autentica cavalcata epica dal sapore medievale e celtico, dove troviamo il percorso di un cavaliere attraverso le epoche, le terre e gli eventi grazie al sortilegio che gli impedisce di morire. Sarà così spettatore di tutta la storia fino ai giorni nostri. Vedrà cambiare ogni cosa tranne la presenza della guerra nel mondo.
14. LOENA DE PICCH – Brano molto discorsivo quasi narrato più che cantato che come in una pellicola del cinema neorealista italiano vede l’incontro tra una ragazzo e una ragazza di paese e il loro amore mai dichiarato inespresso, ma quantomai presente anche dopo tanto tempo. Sarà la luna a fare il mazzo, a barare e a sorridere a cose fatte.
15. RETHA MAZUR – Anche questo disco come di tradizione si conclude con una canzone che ha come protagonista “il vento”. Questa volta è il vento della notte nella figura simbolica del misterioso spirito.
Tracklist
1. El puunt
2. Lo Sciamano
3. L’Alain Delon de Lenn
4. New Orleans
5. La ballata del Cimino
6. Il minatore di Frontale
7. 40 pass
8. La terza onda
9. La grigna
10. Il costruttore di motoscafi
11. Fiil de ferr
12. Furestee
13. Il cavaliere senza morte
14. Loena de picch
15. Retha Nazur
(tratto da
BabylonBus)
Allego il CANZONIERE dell'Album PICA!
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