POSTO un'interessante lettera apparsa ieri su "LA PROVINCIA"...
Leggetela tutta, vi prego!
Poi traete le vostre considerazioni!
IO DICO CHE SIAMO ARRIVATI AL LIMITE!
Si dovrebbero dimettere!
Non hanno mai saputo amministrare, si sono fatti solo i loro interessi...e questo è il risultato!
POPOLO DI VALDIDENTRO, FACCIAMOCI SENTIRE!
Smettiamola di incassare e basta!
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L'Amministrazione Comunale di Valdidentro ha intrapreso il controllo a tappeto della proprietà di fabbricati e terreni edificabili per ricuperare l'I.C.I. che nell'ultimo quinquennio avrebbe dovuto essere pagata. L'obiettivo è meritorio. E' giusto e corretto che si stanino i furbi che le tasse si astengono dal pagarle, far sì che sia regolarizzata la consistenza catastale e definite le proprietà, per avere un quadro completo e reale della consistenza dei manufatti esistenti sul territorio, per una corretta imposizione fiscale, una realistica politica della casa, una chiara definizione delle proprietà. Per tal fine si dovrebbe però poter operare su norme chiare, facilmente applicabili e non vessatorie. Non è serio, ad esempio che, per la rettifica di un confine del valore di pochi euro se ne debbano spendere in formalità circa millecinquecento. Per quanto riguarda specificamente l'operato dell'Amministrazione di Valdidentro, le buone intenzioni contrastano platealmente con le modalità e i criteri operativi seguiti: la scelta di chi dovesse supportare l'Amministrazione nell'azione di verifica ed accertamento, la competenza in materia, la determinazione del modo d'operare per conoscere la reale consistenza del fenomeno evasivo e del patrimonio immobiliare soggetto a tassazione, la verifica della corrispondenza tra catasto e proprietà correttamente intestata, vista l'arretratezza, l'imprecisione e le carenze nel riporto delle volture catastali. Nella scelta si sono ignorati i professionisti del settore, optando per una società al di fuori della realtà locale, la SETE s.r.l. sulla cui competenza e professionalità in materia, dai risultati raggiunti, è da considerare poca cosa. Inoltre le "barzellette" contenute negli avvisi di accertamento, fanno presumere la totale mancanza di collaborazione con gli uffici comunali e con l'agenzia del territorio. E' stato prodotto un lavoro impresentabile, nella quasi totalità da rivedere e riesporre, con oneri non indifferenti per i cittadini che hanno dovuto rivolgersi ai loro professionisti per verificare le posizioni corrette, con oneri e costi che sarebbe opportuno far pagare a chi questi costi ha causato. Ciò ha fatto imbestialire i cittadini. Se poi scorrendo il "Ginepro", il periodico del comune, uscito in dicembre, hanno letto il pezzo finale "dedicato agli uomini e alle donne di buona volontà" e hanno saputo che l'amministrazione ha preventivato un incasso di settecentomila (700.000) euro, dei quali centottantaduemila (182.000) euro, il 26% circa dell'incasso previsto, da riconoscere alla società che ha supportato il Comune nelle attività di accertamento, per le proprie competenze, lascio al lettore immaginare la reazione. L'azione intrapresa ha fatto emergere situazioni gravi che indicano incompetenza, menefreghismo, pressappochismo, mancanza di collegamento tra gli uffici, inadempienze dell'apparato comunale, e degli uffici catastali. Qualche caso emblematico. In centro Semogo, nel 1998, il comune ha acquistato un vecchio fabbricato, ancora abitato, per allargare la strada statale e costruire un parcheggio. Ha quindi proceduto alla demolizione ed alla costruzione dello stesso, attivo da qualche anno. Agli ex proprietari è pervenuto l'avviso di accertamento I.C.I. In Isolaccia da almeno quindici anni è stato costruito il marciapiede con la cessione al comune delle aree occupate da parte dei proprietari. Anche in questo caso a qualche ex proprietario è arrivato l'avviso di accertamento. Casi analoghi si sono verificati per appezzamenti ceduti al comune per sedime stradale a Piandelvino. E nessun amministratore o funzionario si è accorto. Molti ruderi o sedimi di fabbricati d'alpeggio crollati o demoliti da oltre cinquant'anni sono stati esposti con categoria A04, ed ad essi è stata attribuita una rendita rivalutata di trentamila (30.000) euro con calcolo di I.C.I., interessi, penale e spese di notifica. Ma il catasto non dispone di rilevo fotogrammetrico? Di fronte a ciò, viene spontaneo chiedersi dove vivano gli amministratori ed i funzionari comunali per non conoscere neppure la realtà antistante la sede comunale! Non senza ragione qualcun altro, forse meno ingenuo, si chiede quali secondi fini si intendano raggiungere con un comportamento tanto avvilente e in apparenza sprovveduto. Chi tutela il cittadino di fronte all'inefficienza dei servizi ed alle angherie subite. Ma le "imprese vessatorie" di codesta amministrazione non si esauriscono nell'avviso di accertamento I.C.I.. Essa sta infatti per intraprendere, dopo anni di ritardo, la restituzione della tassa comunale sulla depurazione, indebitamente riscossa in assenza di impianto di depurazione. Per ottenere il rimborso, i cittadini che ne hanno diritto, anche se in precedenza hanno già inoltrata relativa domanda, devono ripresentarla con allegate le ricevute di pagamento, pena il mancato rimborso. Ma in comune non sono depositati i tabulati da cui risultano i pagamenti correttamente eseguiti, e la legge 15 maggio 1997 n. 127 (legge Bassanini) non prevede che il responsabile del procedimento li acquisisca d'ufficio? E' un ulteriore modo per angariare i cittadini, sperando che qualcuno, o perché non trova più le ricevute o perché ha difficoltà a reperirle, rinunci, con conseguente appropriazione da parte dell'amministrazione di somme indebitamente riscosse. C'è un invito da fare alla popolazione: cittadini svegliamoci e non accettiamo più di essere trattati da sudditi imbecilli!